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Le luci della centrale elettrica si sono solo fulminate, magari si fossero spente definitivamente.

Ven 25 Feb – Le Luci Della Centrale Elettrica

Cinque giorni dopo il mio ultimo compleanno, il 25 febbraio, sono stata al Circolo Arci Fuori Orario di Taneto (in provincia di Reggio Emilia), a sentire il concerto delle Luci della Centrale Elettrica, il progetto musicale di Vasco Brondi.

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Non ci sono andata nè per farmi un regalo nè per masochismo, schizzofrenia o quant'altro, ma solo perché cerco sempre, prima di esprimere un giudizio critico, di verificare con i miei occhi se i miei pensieri si rivelano reali e veri. Ma più di ogni altra cosa volevo constatare se le opinioni critiche piuttosto severe che inondano la rete riguardo al nuovo Vasco fossero infondate oppure avessero delle basi di verità, anche soltanto per un pizzico.

Surrogato di Vasco Rossi in salsa alternativa - quindi pure peggiore. (da last.fm)
I soliti banali tre-quattro accordi in croce e mediocri testi da diario adolescenziale… Insomma, Vasco Brondi è il Ligabue della scena """indie""" italiana. (da rym)
Questo Brondi ha una pretenziosità che anche i peggiori Mars Volta se la sognano. (da rym)
Un piagnisteo senza fine che non si sopporta proprio.. sconsigliato a stomaci deboli e soggetti depressi o facilmente impressionabili! (da rym)
Credo che difficilmente sentirò, su base di chitarra acustica che pare accattivante, testi più osceni delle canzoni che compongono questa cosa che definire disco e musica mi pare troppo… (da rym)
Il primo album di Vasco Brondi rappresenta un vistoso passo indietro di tutta la scena italiana fino ad ora conosciuta. Il passo indietro non è solo dal punto di vista qualitativo ma anche temporale, altro che revival, altro che "Brondi menestrello della generazione 00", la generazione cantata da Brondi scimmiotta pericolosamente quella dei centri sociali di fine anni '70 primi '80: tutta slogan, dibattiti politici "i comunisti di qua e i fascisti dillà, e viceversa", esistenzialismi di provincia, De Andrè. Con l'unica differenza che la generazione dei ventenni degli anni '80 erano in prevalenza figli di contadini ed operai, oggi la maggior parte è figlia di borghesi annoiati. Ed è proprio questo il problema fondamentale delle canzoni da spiaggia deturpata: non c'è lotta, non c'è riscatto, a parole si ha la pretesa di essere voce di una generazione, di volerle far prendere coscienza della realtà delle cose ma nei fatti questa intenzione non si trasforma in "inni" ma in lamenti autoreferenziali con tanto di rime sboccate che possono urtare solo chi non è abituato al linguaggio televisivo corrente. In poche parole Brondi utilizza una forma d'espressione da "cantautorato da concertone del primo maggio". Mi dispiace per Brondi e per la sua generazione, ma ha mirato dritto al sole consumando velocemente le alette di cera. (da rym)
Per favore sopprimetelo. (da rym)
Un impagabile merdaio. (da rym)
Conferma lo schifo del disco precedente, niente di cui stupirsi. (da rym)
Per ora noi lo chiameremo un "discodimmerda". (da rym)
Quando la smetterà di fare dischi per entrare nelle vagine tredicenni? (da rym)
Quando uno non ha talento, finisce per fare un disco orrendo e identico al precedente. Capita.Se poi i 'gggiovani indie la smettessero di idolatrarlo sarebbe un guadagno per tutti. (da rym)
Non sempre è una tragedia fare un disco simile al precedente. È brutto tuttavia quando il disco è pressocché identico. Lo è ancora di più quando i due dischi in questione sono ancora i primi. Ma è una tragedia quando, dopo tutti questi elementi, il primo disco (non contando il demo) è già di per sé una fetecchia. Questo non importa certo a Vasco Brondi, che ormai si è guadagnato il suo fruttuoso posto nell'olimpo dei post-adolescenti alternativi degli anni zero. (da rym)
LA COSA PEGGIORE CHE ABBIA MAI ASCOLTATO, MI HA ROVINATO L'ESISTENZA. Mi viene da piangere. (da rym)

Tanto per citarne alcune.
Sembrava, insomma, che odiare Brondi stesse diventando la nuova moda del momento o lo fosse diventata di già. Io non sono mai stata una pecora che segue il gregge, piuttosto assomiglio a una di quelle che si suiciderebbe con qualsiasi mezzo se fosse obbligata a farlo. Per cui, ho deciso di arrivare ad una mia conclusione da sola, senza farmi influenzare dagli altri.

Ho ascoltato Brondi nei mesi che vanno dall'ottobre 2010 al gennaio 2011, alternandolo ai dischi di Giorgio Canali, durante un periodo veramente depressivo-compulsivo, dove avevo bisogno di consolarmi con parole in italiano che fossero pesanti e con frasi che non per forza racchiudessero un senso compiuto, ma che infilassero il dito dentro la piaga costantemente e riuscissero a farmi uscire qualche lacrima dagli occhi. Lo ascoltavo pur sapendo che era totalmente diverso dai miei soliti gusti musicali e pur odiandolo a giorni alterni, o perché faceva troppo male sentirlo o perché, se dopo una volta che lo si ascolta è già insopportabile, pensate dopo le oltre 30 (o forse anche di più) riproduzioni giornaliere cosa diventa. Più lo ascoltavo e più lo odiavo, come se quel sale cosparso sulla ferita, invece che guarirmi, mi producesse un'infezione cronica così grave da voler far causa all'industria salina.
Sono andata al suo concerto per vedere se veramente era così, se veramente invece che curarmi mi faceva ammalare sempre di più. E non "ammalare" nel senso di non poterne più fare a meno, ma di "ammalare" nel senso di diventarne allergica e averne il rigetto al solo ascolto.

Erano già le 22.30 passate quando sono arrivata e il concerto era già iniziato perché ho perso tempo a compilare la tessera del Circolo, visto che era da tanto che non ci mettevo piede. Era tutto pieno, ma sono riuscita ad arrivare in seconda fila sul lato destro facendo lo slalom insieme a mio fratello.

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Vasco Brondi era al centro del palco, in piedi, con una chitarra in mano e due microfoni uniti e attaccati in un'unica asta. Ad accompagnarlo c'erano alla sua sinistra un violinista e alla sua destra un altro con la chitarra elettrica in mano e il batterista.

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Stavano eseguendo Cara Catastrofe e avevano appena iniziato. Già si vedevano le prime labbra muoversi per seguire il testo.

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I seguenti pezzi, pescati un po’ da Canzoni da spiaggia deturpata e Per ora noi la chiameremo felicità, venivano eseguiti senza lasciare un attimo di silenzio tra l'uno e l'altro. Mentre il treno passava sullo sfondo, gli spazi vuoti venivano riempiti di suoni e parole, come quelle di Leo Ferré, riprodotte con una registrazione originale di sottofondo, mentre recitava la poesia Solitudine, che nessuno conosceva e tutti si chiedevano cosa fosse.

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Non ho potuto fare a meno di irritarmi dopo la prima canzone eseguita, a causa di due ragazze davanti a me che erano letteralmente impazzite alla vista di Brondi: due oche giulive che urlavano come delle adolescenti in calore. Fra un po' si staccavano i reggiseni e li lanciavano sul palco, ci avrei scommesso. Come non si sono strappate i capelli a fine concerto io non lo so. Peccato, sarebbe stato bello vedere una scena di questo tipo, almeno sarei stata ripagata di tutti quei soldi spesi inutilmente. E poi, se fosse successo, sarei sicuramente andata via subito, e magari l'avessi fatto. Magari. Per calmare il nervosisimo sono andata a fare un giro con la macchina fotografica, cosa che non ho mai fatto ad un concerto, perché di solito sto fissa in un punto e non mi allontano mai per distrarmi.

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Molti dicono che la voce di Brondi sia inascoltabile e, adesso come adesso, non posso fare altro che dargli ragione, ma c'è da aggiungere che, se da cd è inascoltabile, dal vivo è mille volte peggio: altro che semplici stonature, penso che siano difetti cronici incurabili quelli che riguardano la sua voce. Fa sanguinare le orecchie, non c'è niente da fare. Penso che chi paragoni la sua voce a quella del grande Rino Gaetano abbia dei problemi seri all'apparato uditivo e dovrebbe mettersi l'apparecchio acustico. Non sto scherzando. Ma dove diavolo è la somiglianza, me lo spiegate? Solo perché cita un pezzo della storica canzone Ma il cielo è sempre più blu (male interpretata e peggio ancora strumentalizzata) non vuol dire che sia il nuovo Rino Gaetano dei giorni nostri. Cioè, posso fingere di sopportare tutto, ma questo proprio no, è troppo. Ascoltatevelo bene prima di parlare, leggetevi i testi e confrontateli con quelli di Brondi. Non hanno nulla in comune e sono lontani anni luce proprio e per fortuna! E se pensate che non abbiano nulla in comune proprio perché Brondi è originale e lo ha rieditato, vi sbagliate di grosso. Sturatevi le orecchie, sul serio.
E poi dai, Brondi sembra quasi che quando canti stupri il microfono letteralmente, per la sua incapacità di maneggiarlo.

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Durante il concerto, precisamente mentre cantava Le ragazze kamikaze, infatti, ha letteralmente distrutto il microfono. Ha provato ad aggiustarlo intanto che cantava, tra un "non preoccuparti" e uno schiocco di microfono, ma non essendoci riuscito e avendo peggiorato soltanto la situazione, l'ha buttato per terra e ha continuato a cantare gridando a squarciagola, mentre il pubblico gli urlava "tu non preoccuparti".
Io mi preoccuperei, invece, se fossi in lui e anche in quelli che urlavano insieme a lui quelle parole.

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Alla fine della canzone ha salutato ed è andato via dal palco insieme agli altri. Il pubblico è rimasto fermo immobile aspettando il bis, ma dai camerini non usciva più nessuno e così il deejay del locale, pensando che fosse veramente tutto finito, ha messo su la musica da discoteca, come alla fine di ogni concerto di merda.
Ad un tratto, ecco che rispunta Brondi incazzato dicendo: "spegni quella musica di merda, io non ho ancora finito". E il pubblico sempre più impazzito non riusciva più a smettere di urlare "Brondi sei un grande", "che idolo", ecc...

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Io dentro me chiedevo solo aiuto e un po' di pietà per la mia povera testa. Avevo le lacrime agli occhi, giuro, ma non perché ero commossa o emozionata, piuttosto perché sentivo dentro me che mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato, che nella mia testa volevo ammazzare le due ragazze davanti a me, dare i loro cadaveri in regalo a Brondi e scappare via subito dopo. Non l'ho fatto perché, ormai che c'ero, ero tentata di vedere fino alla fine quello che sarebbe successo; e poi non volevo farmi arrestare per una motivazione così infantile. Per la prima volta, però, anche io ho pensato "vi prego, sopprimetelo".

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Quando è andato via, stavolta per davvero, ha ringraziato tutti quelli del locale, tra un bicchiere di vino e l'altro, come se non fosse successo niente, e ha fatto i complimenti a tutti, un po' come si fa quando si lecca il culo a qualcuno. Queste le sue parole:

Quando torno qui sto veramente bene. Questo locale è stupendo, vengo accolto sempre bene, da tutti. E poi si sta benissimo qui, sono posti fantastici questi, vi invidio un sacco. Ci vediamo dopo per le foto e gli autografi eh, mi raccomando. Alla prossima.

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Tralasciando il fatto che i complimenti suonavano già di falso quando ha detto che "sono posti fantastici questi" perché Reggio Emilia fa veramente cagare e il clima è pessimo, non sopporto chi a fine concerto firma gli autografi, è talmente egocentrico da volersi far fare anche le foto e come se non bastasse lo dica anche facendosi della pubblicità gratuita.

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A fine concerto, mio fratello ha voluto comprare i due suoi cd, che adesso come adesso gli impedirei di comprare. E cercherei anche di non dargli retta quando mi ha chiesto di aspettare Brondi che uscisse dai camerini per fargli alcune domande riguardo alla sua carriera musicale. Sì, perché non eravamo ancora stati messi K.O. definitivamente, volevamo veramente farci del male. Così, dopo aver chiesto l'autorizzazione al proprietario del locale, siamo saliti su direttamente nei camerini per fargli alcune domande intelligenti da cui ci aspettavamo delle risposte altrettanto intelligenti. Invece no, non è stato affatto così.
C'erano almeno 6 persone prima di noi, tutte ragazze, che lo baciavano e gli chiedevano gli autografi.
Quando ha girato lo sguardo verso di noi, poi, ha visto i cd che mio fratello aveva in mano e li ha presi per fare degli autografi ma li ha fatti cadere, rompendoli, come soltanto un ubriaco testa di cazzo può fare. Si è rotto i suoi stessi cd da solo, son contenta. Tornassi indietro, glieli avrei rotti io stessa in faccia, però, come per soddisfazione.
Quando poi gli abbiamo detto che volevamo fargli due domande, lui ci ha risposto: "Ma io non ho niente da dire".
E io: "Come non hai niente da dire, prima senti le domande, no?"
E lui poi ha detto: "Non è che non ho niente da dire, è che non ho voglia di dire niente."
Allora io gli ho detto (guardandolo malissimo): "Ah, non hai voglia? Ma allora cosa li fai a fare i concerti se non hai voglia di dire niente? Mah, veramente, sono io quella che non ha parole, mica te."
E allora ho detto a mio fratello di fargli quella domanda lo stesso, visto che lui era più vicino. La domanda era: "Cosa nei pensi dei fan che ti odiano e di quelli che ti amano?". E lui ha risposto (in maniera scazzata): "Bè, i fan che mi odiano non sono fan". Questo dice tutto. Poi è arrivato il suo bodyguard, il manager della sua casa discografica, che ci ha detto che non si potevano fare delle interviste, come per tapparci la bocca perché stavamo infastidendo la sua star. Oh, cristo, poveretto. Lo stavamo infastidendo.

Quello che in sostanza volevamo dire con la nostra domanda era che ci sono alcune persone che hanno apprezzato i suoi primi lavori, soprattutto la sua prima demo, ma poi non hanno apprezzato per niente il suo ultimo lavoro, apparentemente uguale ma profondamente diverso, che solo un venduto avrebbe potuto fare. Brondi probabilmente aveva capito cosa volevamo dire ma ha fatto finta di non capire, perché non voleva essere criticato o dimostrare a se stesso e agli altri che c'era qualcuno che lo criticava.
E allora io lo scrivo qui, sperando che qualcuno lo legga, compreso il Brondi così tanto acclamato ma ancora di più criticato:
Che ti piaccia o no, Brondi, sei odiato dalla gran parte degli ascoltatori e se è così un motivo ci sarà, devi fartene una ragione. Ti consiglio anche di farti un bell'esame di coscienza perché rispondere alle domande di chi ti ascolta (anche se non è tuo fan) è un dovere tuo come persona, prima ancora che come artista che non sei e mai sarai. Sei lontano anni luce anche solo al Giorgio Canali che ti ha allevato, sappilo. Per diventare un artista devi prima di tutto scendere sulla terra e abbassare la cresta, perché non sei nessuno, se non un raccomandato. Raccomandato da chi ti ha allevato, naturalmente. Probabilmente eri uno dei tanti ragazzi italiani che non sono riusciti nello studio e si sono buttati nella musica per ottenere un po' di successo. Successo che hai sfuttato da qualcun altro per te stesso e che hai ottenuto nonostante tu non abbia talento, facendo in modo che gli altri credano che tu ce l'abbia. Tu critichi chi ha successo, chi è ricco, chi è famoso e poi sei il primo che vuole raggiungere questo status quo. Alla fine sei riuscito ad ottenerlo (talmente tanto che ne sei stato accecato e che quello che dici nelle tue canzoni non rispecchia più la tua personalità), ma non per la tua bravura, quanto per la tua capacità ingannevole. Sei falso, ma non tutti l'hanno ancora capito. Purtroppo, l'apparenza inganna, e inganna sempre. Sei un personaggio costruito e costruito bene per un certo tipo pubblico: quello delle adolescenti e dei falliti, dei disillusi e degli illusi, che hanno due prosciutti davanti agli occhi e due tappi nelle orecchie. Sappi che una come me non fa parte di questa schiera ma di quella opposta, per tua fortuna ma più che altro per fortuna mia. Per cui ti dico addio, fottiti ma non aspettarmi. Mi auguro che chi non abbia ancora aperto gli occhi li aprirà presto, perché non è mai troppo tardi per cambiare idea.

Emozioni? Zero. Fastidi e irritazioni? Mille.
E come se non sbastasse, sono uscita da lì che provavo un odio verso Brondi ancora più grande di quello che provavo prima, facendomi più schifo che mai.
Ora posso dirlo: la mmerda più totale.

Queste le parole di mio fratello, che posto qui perché le condivido in pieno:

Brondi finge, è bravo, molto bravo a farlo ma finge. Oggi ho visto un suo concerto e sono rimasto basito del fatto che non ha voluto (né per voglia né per capacità, probabilmente) rispondere a due ragazzi che hanno ASCOLTATO le sue canzoni, e da esse si sono posti delle domande. Nulla da eccepire dalla performance, ma dal suo essere uomo che delude le normali aspettative di due persone che cercano un confronto critico e sincero, invece di fare dell'ascolto passivo. I baci delle ragazze, però, se li è presi tutti. Una contraddizione vivente, visto che sputtana tutti e tutto, e dopo 2-3 minuti parla allegramente con coloro che ha sputtanato. Si crede un dio sceso in terra, ma è ben lungi dall'essere apprezzato da chi di musica ne ascolta davvero. Fosse stato vero, e non finto come ha dimostrato, lo avrei stimato. E' un personaggio ben studiato, e il successo gli ha dato alla testa….

Un concerto, insomma, che mi ha lasciato amaro in bocca e tanta, tanta delusione ma che mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha mostrato la retta via. Cosa che auguro anche a voi, che lo ascoltate e idolatrate. La colpa è anche vostra se è diventato peggio di quello che era già, sappiatelo. Vi consiglio di assistere ad una sua performance live per svegliarvi dai vostri sogni e dalle vostre illusioni. Fatemi anche un altro favore: piantatela di paragonarlo al grande Rino Gaetano perché non ci assomiglia nemmeno lontanamente.
E vediamo di smetterla.

Ps: Altre foto, migliori delle mie, potete trovarle qui.

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